martedì 8 febbraio 2011

Tokyo: conclusioni.





Come direbbe un mio conoscente, li' si che sono civilizzati. Inchini di testa a profusione; arigato' che volano per l'aria; file rispettate, come i sensi di marcia…a volte ci si chiede se tutto questo rispetto delle regole, questa gentilezza affettata, non li faccia impazzire.
C'e' una contraddizione di fondo: sono gentili perché' devono. Tra loro e gli altri pongono sempre una barriera per evitare ogni contatto, brandendo iPad o manga come scudo difensivo verso gli altri.



Fin dal secolo scorso il Giappone si e' aperto verso ciò che era occidentale, con un picco nell'assimilazione della cultura europea verso gli anni '70-'80. Oggigiorno, visto che parte della popolazione e' sovrappeso, nei parchi pubblici molti praticano jogging; altri consumano caffè da sturbacks, molto americani. Quello che si vede qui e' una elaborazione e giapponizzazione delle abitudini occidentali. Così' come e' successo con la cultura cinese ed il buddismo, arrivati in Giappone durante il 7secolo.

Questa città mi ha fatto riscoprire il significato della parola senza-tetto: dove ci sono molte luci, non possono mancare le ombre.



Di Tokyo ho apprezzato la combinazione di stili e mode: e' normale che due amiche camminino per strada, scherzando, una in kimono, l'altra da principessina della Disney. La creatività nel costruire edifici. L'ordine e la pulizia.
Ma non e' una città dove riuscirei a vivere. Sembra uscita da una confezione della play-mobile.

3 commenti:

Epaminonda ha detto...

Ti mancava degli Shanghainesi il loro anticonformismo (la spesa in pigiama) e la loro disinvoltura (sfiorarti col Suv quando attraversi la strada) il loro costante dubitare (è preferibile passare col rosso o col verde?)

laFra ha detto...

tantissimo. fortuna he sono tornata qui, dome attraversare la strada e' sempre un'avventura ;p

ValtidoneseDOP ha detto...

che figata.