venerdì 27 febbraio 2009

Il dente sotto il cuscino.

Prefazione. Durante una visita dentale di routine scopro di avere un dente perfettamente perpendicolare a tutti gli altri -il famoso "dente trasversale"- impiantato nella mia gengiva destra.

Due settimane fa: pulizia dei denti.
Il dentista, come figura professionale non certo come persona, è terrificante. Da evitare come una pestilenza, che maneggia con oggetti metallici, taglienti ed appuntiti dentro la tua cavità orale. Trasferisciti a Shanghai e rivolgiti ad un dentista che parla inglese: la sua, la tua prima lingua.
Risultato: battito cardiaco esasperante; ma ottima pulizia dentale.

Settimana scorsa: prelievo del sangue.
L'estrazione del dente richiede l'incisione della gengiva: il dentista vuole sapere cosa mi scorre nelle vene. Sono pur sempre figlia di papà silva, nelle cui vene scorre barbera.
Ho sempre detestato siringhe ed aghi, per non parlare dei prelievi del sangue. Tre, ben tre fialette, mi estraggono per questi esami.
Risultato: godo di perfetta salute. Almeno, il sangue così dice.

Oggi: estrazione del "dente trasversale".
Pioggia e freddo accompagnano i miei passi esitanti, al ritmo esasperante del mio cuore accelerato dal terrore, raggiungo il dentista.
Non uno, non due, ma ben quattro dentisti ed un'infermiera si occupano dell'estrazione del mio dente spurio. Forse perché sono una laquai; o semplicemente perché hanno visto il terrore inciso nelle mie pupille dilatate.
La faccia coperta da mascherine, gli occhi dietro occhiali, le mani infilate in guanti di lattice e dentro la mia bocca con vari strumenti di tortura.
Fortuna che mi avevano fatto l'anestesia locale ed entrambe le mie mani, congelate, erano avvinghiate alle mani, calde, dei due dentisti che non erano intenti a torturare la mia gengiva destra. Il tutto è durato un'ora.

Mezzogiorno: torno in ufficio.
La parte destra della mia faccia è ancora insensibile, e posso mangiare solo zuppe per una settimana.
Sembro una vecchia sdentata che sbava dalla parte destra della bocca.
Josefina, impietosita dalla mia faccia smorta e semi-paralizzata, mi obbliga ad andare in farmacia a prendere tonnellate di ibrupofene al fine di "tamponare" il futuro dolore.

Ora: la bimba da accudire.
Quasi tutto l'ufficio si è mobilitato per prendersi cura della mia persona e della mia gengiva incisa. La mia parte destra è ancora sotto anestesia.

Questa sera: metterò il mio dente trasversale sotto il cuscino. Chissà cosa mi porta il topolino.

mercoledì 18 febbraio 2009

Tu chiamale se vuoi emozioni.

6.45 suona la sveglia, ma resto a pigrottare ancora 5minuti -i famigerati 5minuti!
7.30 apro gli occhi e realizzo che in meno di 30minuti devo essere a lezione: i miei studentacci hanno compito in classe.
7.31 raggiungo il bagno e accendo la luce; ovviamente non c'è la luce! Esasperata vado a controllare il fusibile in pigiama e scarpe da ginnastica.
7.35 nessun fusibile funziona: tutto il compound è senza elettricità. Ritorno alla porta di casa che è chiusa. Dannatamente chiusa. E le chiavi sono dentro. Tutto è dentro tranne me stessa in pigiama e scarpe da ginnastica.
7.36 busso alla porta dei vicini, che (anche se si parla solo a gesti) capiscono la situazione: chiamano omino per aprire la porta e mi prestano pantaloni, calzini, maglione e giacca. Questa mattina la temperatura esterna era di 7°.
7.45 arriva omino ed inizia a lavorare alla serratura.
7.50 sempre a gesti e con l'aiuto di una provvidenziale interprete riesco a spiegare che devo avvertire il lavoro, ma che per le 8.30 sarò nuovamente presente.
7.52 corro a perdifiato per AnShun Lu
8.00 entro in ufficio e prendo i fogli per il compito in classe
8.05 arrivo in classe e tutti i miei studenti -seduti al computer- mi guardano perplessi.
8.06 Una laoshi trafelata e con gli occhi sull'orlo di straripare per le lacrime da il buongiorno alla classe. Distribuisce i fogli dell'esame e dice di farlo come compito a casa. La lezione del giorno è cancellata. Chiede ancora scusa e scappa dall'aula.
8.10 Ritorno in ufficio e trovo Hazim. Con la voce rotta da un pianto isterico gli chiedo di riferire ai miei superiori (Eda o Vanessa) che ho cancellato la lezione del mattino e che devo ritornare a casa. Corro fuori dalla Raffles.
8.20 Arrivo al mio pianerottolo. Ora gli omini che si cimentano a rompermi la serratura sono due.
Tra le 8.30 e le 9 tutta la scala sa che la laquai del 5piano è rimasta chiusa fuori dalla porta.
9.30 Dopo un lasso di tempo esasperante la serratura cede e la porta si apre. Rientro nel mio rifugio che sa ancora di notte.
9.35 Uno dei due omini va a prendere una nuova serratura, l'altro resta qui e si addormenta sulla sedia.
9.40 Rifaccio il letto, mi lavo e mi vesto. In tutto questo la luce non è ancora tornata.
10.20 Arriva la nuova serratura. I due omini ritornano a lavorare alla mia porta.
11.10 La serratura è fissata.
11.12 Prima di far andare via i due omini e pagarli, provo la serratura e la nuova chiave: funziona.
11.20 Chiudo la porta di casa per andare al lavoro con le chiavi strette nella mano destra.
11.35 Arrivo in ufficio.

domenica 15 febbraio 2009

S.Valentino




Ed anche quest'anno il famigerato giorno dei cuoricini a profusione è passato senza lasciare cicatrici profonde.

Invece di languire su una torta di cioccolato a forma di cuore, contando a squarcia gola "all by myself" , ad affogando le lacrime con vino dolce; ho partecipato alla festa dei single (perché chi ha il partner ha di meglio da fare in questo giorno) nati sotto il segno dell'acquario.
Ad eccezione della canzone alla Bridget Jones e la torta al cioccolato, si è affogato nell'alcol il fatto di invecchiare essendo single. Patetici.

Conclusione: meglio affogare la mancanza d'affetto nel cioccolato.

mercoledì 11 febbraio 2009

Festa delle Lanterne



Anche il capodanno cinese è giunto al termine la notte di lunedì sera con profusione di fuochi artificiali e sfilata delle lanterne a propiziare l'avvento della primavera.

Mai visti festeggiamenti più lunghi. E con un numero illimitato di giochi pirotecnici luminosi ed assordanti (scoppiavano accanto alle mie finestre), fino a notte inoltrata (leggi: alba). Insomma, questo capodanno ha messo a dura prova il mio organismo: ore di sonno mancate, problemi uditivi...per non parlare dei ben più gravi problemi psichici causati dagli "incessanti bombardamenti".

Le lanterne, tuttavia, col loro passaggio hanno rimosso gli ultimi piromani/bombaroli e portato le temperature diurne intorno ai 20°. Ora si che a Shanghai si sta bene.

lunedì 9 febbraio 2009

I pesci di Jeremy con Jeremy

A confermare la regola dei tempi prima del Capodanno Cinese, i poveri pescetti, ora che sono ritornati al loro legittimo proprietario, stanno peggio.

L'acqua è sporca come l'Hangpu (fidatevi, il fiume che scorre per Shanghai è inquinato all'inverosimile), tanto che i pesci che ci nuotano dentro non si vedono. Precisazione. Se non sono tutti morti, perché questa mattina alcuni sono stati gettati nella pattumiera.

Scommetto che il pesce giallo ora sarebbe felicissimo di vedermi entrare in sala, e non tenterebbe più di suicidarsi nel mio bagno.

domenica 1 febbraio 2009

I pesci di Jeremy



Settimana di vacanza: settimana in cui Jeremy -che andava fuori Shanghai- mi ha affidato i suoi puzzonlentissimi pesci. Detestabili.

Il primo inconveniente: i pesci non mi piaccioni proprio. Sempre li a mangiare - defecare - guardarmi conocchidapescelesso quando mi avvicinavo alla vaschetta.
Il secondo: dopo tutte le strigliate fatte a Jeremy -uccisore di pesci, oltre che di piante- non potevo certamente permettermi che uno morisse. Fate sopravvivere i pesci di Jeremy.

Ora che ho restituito quelle cose puzzolenti al suo legittimo proprietario, ho un peso in meso sul mio groppone.

Ironicamente c'erano due pesci, il piccolo e quello giallo, che sembrava facessero di tutto per farmi prendere mezzi infarti o farmi diventare i capelli bianchi.
Il piccolino, per i primi tre giorni, mi sembrava sempre morto: sul fondo, con pochi movimenti. Quello giallo è totalmente pazzo. Entravo nella stanza (avevo messo la vaschetta nella sala) o accendevo la luce e quello rimbalzava come una pallina del flipper. Ha anche tentato il suicidio un giorno che cambiavo l'acqua. Era agonizzante sul pavimento del bagno mentre io non sapevo come rimetterlo in salvo.

Ma ora è tutto passato. Ho ripreso possesso interamente del mio cute appartamnetino.