lunedì 7 febbraio 2011

Tokyo: 4 Febbraio 2011.





Per fare la persona di un certo spessore culturale, ci si dirige al parco di UENO. Musei ovunque; templi che spuntano dall'acqua; ciliegi in fiore, se fosse la stagione. Va bene fare i dotti, ma restando sempre un po' alternativi: l'opzione e' il museo d'arte dell'università' del design ed arte. Chiuso. Apre il 6 Febbraio, quando torno a Shanghai. Quindi mi subisco il museo nazionale, e scopro che le varie perversioni dei Giapponesi risalgono all'era EDO (16 - 17 secolo).
Sono in zona, facci un salto ad AMEYOKO dove vendono un sacco di prodotti americani made in china. Interessante l'olezzo di pesce ed alghe essiccate che si sente per il mercato.

Cercando un po' di animazione tipicamente nipponica, mi dirigo ad AKIHABARA per vedere (e fotografare) tanti otaku. A parte le cameriere di qualche locale a tema, o ragazze-adv, non c'e' nessuno (nessuno!) vestito da gothloli o himegal oppure da center gay. Per riprendermi da questa delusione e' sufficiente che mi rifugi all'anime center.
Si conclude in bellezza a SHIBUYA dove un gentile ragazzo, senza essere stato interpellato, mi fornisce indicazioni grazie al suo iPhone. Peccato mi parli in giapponese ed io, a parte inclinare la testa e dire 'arigato', non so fare.

Per cena, rifuggendo come la peste i sushi bar, mi e' capitato, come ieri sera, di finire in un locale con camerieri cinesi e riuscire (finalmente) a comunicare con loro nella loro lingua madre.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La cucina cinese diventa un "rifugio" dal sushi? E' un po' che non mangi lasagne.