domenica 27 aprile 2008

Casa del tea


È noto che la Cina è la patria del te, ed è anche nota la mia passione per questa bevanda che papà definisce “acqua sporca”.

La “casa del tea” è un posto dove poter assaporare delle incredibili varietà di tea, rilassarsi e conversare in piccole stanzette rese intime da paratie di legno cesellato, oppure allietare la vista osservando pesci dorati che nuotano nella vasca che circonda tutto il luogo mentre si sorseggiano infusi raffinati. Si sa che qui bere il tea è un’arte.

“È tutto”

Francesca.

Col sole si va tutti al parco


Finalmente il sole a Shanghai si fa vedere anche nei week-end. Ho colto l’occasione per lucertolare ai primi raggi del sole, mentre le donne shangainesi si nascondevano dietro graziosi ombrellini per non perdere il loro colore pallido.


Alberi che tentano di nascondere i grattacieli della città, canti di fringuelli che accompagnano
il rumore del traffico della sopraelevata, vecchiacci che si nascondono sotto le fronde per giocare a dama cinese, bimbi che giocano al volano, giovani coppie che amoreggiano (ebbene si, anche qui i maschietti indisciplinati allungano le mani sulle povere fanciulle che hanno irretito), petit déjeuner sur l’herbe…ed una turista sdraiata sula panchina in riva all’acqua a crogiolarsi sotto il sole.

“È tutto”

Francesca.

mercoledì 23 aprile 2008

Fashion show: no way!




Ieri il boss, Clarence, mi dato appuntamento per l’ora di pranzo per poi andare a vedere una sfilata di moda. Mi ha detto di vestirmi bene e truccarmi.

Questa mattina mi sono vestita nel modo più appropriato (tutta in nero con una sciarpa bianca al collo), perso un sacco di tempo per truccarmi, e altrettanto tempo per arrivare a scuola perché non sono avvezza a muovermi per le strade di Shanghai coi tacchi.
Il ristorante cucinava solo una sottospecie di cibo italiano: la comparazione anche solo con quello che cucino io era così degradante per il ristorante che non mi voglio soffermare oltre.
Dopo ci siamo recati alla sfilata, affrontando il traffico incasinato delle sopraelevate, per arrivare al più rinomato hotel di Shanghai (Sharaton). Peccato che la sfilata fosse una presentazione (in cinese) di un marchio che vende on-line. Di buono c’era il buffet e il luogo della conferenza: veramente sciccoso.

“È tutto”.
Francesca

lunedì 21 aprile 2008

Pretendo troppo

È una tragedia. Ora posso capire la disperazione dipinta sulle facce dei miei vecchi professori.

Ogni cosa che spiego (sia alle lezioni di computer che drafting) penso che non faccia nemmeno in tempo ad entrare da un’orecchia ed uscire dall’altra: si sofferma nel padiglione auricolare e poi scivola giù lungo il collo, per finire calpestata a fine lezione. Che tristezza.
Ma la cosa che non riesco proprio a sopportare è che, quando chiedo loro di essere un minimo creativi, insomma, siamo in una scuola di design (!) mi chiedono se possono copiare.

“È tutto”.
Francesca.

sabato 19 aprile 2008

Animali domestici

Anche qui, come in Italia, le famiglie sono allietate (o oberate) dalla presenza di piccoli animali domestici. Piccoli perché gli appartamenti non consentono di allevare animali di medio-grandi dimensioni.

Avevo già accennato la presenza di cani con calzini; oggi vi parlo della moda del momento: i coniglietti. Se sei una teenagers glamour, non puoi non allevare un piccolo coniglio bianco. Inoltre lo porti in giro come un piccolo peluche nella borsetta o in braccio, rigorosamente col guinzaglietto, e, quando trovi un’aiuola verde, lo lasci zampettare. Il dramma dei coniglietti allevati dalle ragazzine modaiole, è che queste si stufano presto della loro paffuta presenza; e quindi le madri aguzzine, per non dover faticare oltre, prendono il coniglio (ormai cresciuto) per le orecchie e lo mettono in pendola.
A questo punto è più onesto il modo in cui vengono allevate le rane, le faraone o i pesci. Infatti, non è strano recarsi in un ristorante e scambiarlo per un “pet shop” a causa della presenza massiccia di ogni genere di carne (ancora viva) esposta. Gabbie con stufati di anatre ancora provviste di piume, rane che saltano dalla cesta alla pentola di frittura, pesci che boccheggiano prima di passare alla griglia. Sicuramente la carne è fresca.

“È tutto”
Francesca

lunedì 14 aprile 2008

A conoscerli meglio


Ieri ho fatto la mia prima esplorazione della città in vesti di turista e, per quanto non riuscirò mai ad abituarmi ad alcune abitudini “discutibili”, non posso fare a meno di riconoscere che per certe cose sono certamente più avanti rispetto a noi.

In primo luogo la loro moneta, i renmin, sono per il popolo (renmin significa “per il popolo”); e la piazza centrale di Shanghai, renmin square, un piccolo parchetto accerchiato da grattacieli e sopraelevate (veramente qui necessitano di urbanisti!) è dedicata al popolo.
Tutti i marciapiedi hanno il camminamento per le persone ceche e vi sono un sacco di accesi per i disabili, in particolare nelle nuove strutture architettoniche; e questo la dice lunga su come siamo arretrati noi riguardo ai disabili.
Vi sono 8 linee metropolitane, e prendere la metro è più veloce (anche ne week-end e non solo nelle ore di punta) e decisamente meno costoso del taxi, e altre 4 sono attualmente in costruzione per l’expo del 2010; e non penso abbiano gli stessi tempi di Milano.
E finiamo questo elenco degradante per noi italiani con la questione “mi scappa la pipì”. Quando sei in giro e cerchi disperatamente un bagno nel bel paese (e a me succede spessissimo), o vai in qualche bar, oppure entri al Mc; qui ci sono un sacco di toilette pubbliche sparse per la città. È vero che la pulizia lascia a desiderare, e che si hanno incontri del terzo tipo con i tipici bagni cinesi (una specie di turca con i para-schizzi), ma sono sicuramente molto utili.

“È tutto”.
Francesca

sabato 12 aprile 2008

Cute appartamentino


Finalmente il blog è stato liberalizzato, anche in questo paese dove la censura comunista vige; quindi è arrivato il momento di mostrarvi il mio cute appartamentino.

La cucina: dove riesco a prepararmi tanti piatti tipicamente italiani.
La sala: dove preparo le lezioni di drafting, mi rilasso ascoltando i podcast di radio popolare e stiro.
La veranda: dove stendo i panni dopo essermi procurata lo stendino!
Il bagnetto: dove mi preparo per le notti Shanghaiesi.
La camera da letto: dove mi riprendo dalla notti brave.
Ed in fine…le canne di bambù sulle quali questi pazzi stendono i panni lavati: è la vista della mia stanza.

mercoledì 9 aprile 2008

Misunderstandings

Finalmente ho localizzato la biblioteca della scuola.
Entro per verificare quanto è fornita (poco), quali sono gli argomenti trattati (un sacco di riviste di moda tipo vogue, ma pochi libri sulla storia o la sociologia della moda), ed, infine, per informarmi.
Con un sorriso a 36denti mi rivolgo alla signorina seduta dietro al computer per avere maggiori dettagli sulle modalità di visione del materiale presente in biblioteca (si può portare a casa o meno) e come faccio per poterlo consultare…insomma: le domande di routine.
Con un altrettanto sorriso smagliate mi risponde che purtroppo le riviste sono vecchie (stavo indicando le riviste, ma per il tutto: è una classica metafora! Insomma…), e che per poterle prendere devo consegnarle una tesserina (me la fa vedere), ma è assolutamente vietato portare il materiale al di fuori. A questo punto le chiedo come faccio per ottenere la tesserina, a quali formalità burocratiche mi devo sottoporre, ecc. Mi risponde un po’ confusa che ce la dovrei già avere, essendo uno studente della scuola. Ebbene si, credeva che fossi una studentessa. A questo punto raddoppio il mio sorriso e le dico: “I see, but I’m a lecturer…”. Impallidisce, e poi passa dai toni del rosso a quelli del bordeaux continuando a scusarsi e a ridere in modo isterico.

Alla fine, essendo una lecturer, e non una student, posso prendere tutto quello che voglio e pure portarmelo a casa. Un bel vantaggio.

“È tutto.”
Francesca

martedì 8 aprile 2008

Prima lezione di drafting & more…

Ebbene, anche questa iniziazione è fatta.
Mi sono presentata, ho spiegato che cosa si farà nel corso e quali sono alcune regole comportamentali da tenere, ma soprattutto in cosa consiste il carta modellismo. E per questo ringrazio la mia traduttrice, Amanda, la quale mi ha detto che spesso gli studenti arrivano al secondo livello senza aver capito cosa hanno studiato i tre mesi precedenti. Comunque, per verificare se hanno veramente capito, non c’è che attendere la prossima lezione con loro.
Ed è meglio affrettarsi a finire i vari esempi di pattern da mostrare loro nelle prossime lezioni, per non farmi cogliere troppo impreparata!

Dopo la lezione, sono andata ad un “corso preparatorio” per i nuovi lecturer; una specie di introduzione dove ti spiegano come approcciarti agli studenti, come preparare le lezioni, i criteri per assegnare i compiti e come questi devono essere valutati…insomma: tutte cose molto utili, se l’avessero fatta prima che incontrassi praticamente tutte le classi!
Di buono c’era un buffet finale (gli involtini primavera esistono anche qui: con pollo o vegetariani!) e la possibilità di parlare con gente nuova spaesata almeno quanto la sottoscritta…okkey, non ho accettato l’invito a prendersi una birra tra colleghi di diversi dipartimenti (prodotto, interni, comunicazione) scappando nel mio cute appartamentino sotto una pioggia battente, ma comunque ho apprezzato il tardivo aiuto (che mi tornerà sicuramente utile per le prossime volte).

“È tutto.”
Francesca

domenica 6 aprile 2008

Diverse abitudini

Finora non mi sono soffermata molto nel descrivere i diversi comportamenti (rispetto ad una fighetta milanese quale la sottoscritta) che caratterizzano gli abitanti di Shanghai, ma mi pare giunto il momento. Preciso che tutte le cose descritte sono successe oggi, mentre mi recavo da casa alla stazione della metro.

Uscita di casa, quasi mi scontro con una vecchietta intenta a scatarrare per terra; nell’allontanarmi per poco pesto la zampa di un cane (non sono tanti come a Milano) calzante calzino. Per la pioggia di ieri, ci sono parecchie pozze d’acqua, ma arrivare a coprire le zampe del proprio animale domestico con calze water-proof mi sembra un’abitudine parecchio malata (oltre che frustrante per la povera bestia: peggio dei vestitini del cagnolino di Paris Hilton!).
Mi accingo ad attraversare la strada, dopo essermi accertata di avere il verde per un tempo sufficiente (c’è il count down dei secondi per i pedoni), che un’auto mi sfiora! Insomma, è noto che qui i semafori non contano nulla, e che si deve seguire la massa: se sei isolato, sei spacciato. Dall’altra parte della strada devo schivare pedoni e secchiate d’acqua sporca lanciata sul selciato…
Dopo essere sopravvissuta a motorini e biciclette che sfrecciano sul marciapiede, arrivo al sovrapassaggio (pedonale grazie alle scale che sono l’unico accesso) della metro; ma il fatto più sconcertante doveva ancora verificarsi.
Mi trovo nel mezzo del sovrapassaggio pedonale, con una sopraelevata sopra la mia testa; una strada a scorrimento veloce sotto di me, e, a fianco, la metropolitana.
La giornata è primaverile, col sole che fa capolino dalle nubi, i fiori che sbocciano e i fringuelli che cinguettano. In questo clima ameno vedo una gioiosa famigliola: la bimba, con le guanciotte rosse e gli occhi vivaci, è accovacciata per terra per fare la pipì mentre i genitori la tengono per le manine paffute. Ed è normale! I bambini non usano i pannolini pampers, ma vestono dei pantaloni che consentono di essere aperti anche senza toglierli…insomma, utili per accovacciarsi per terra senza slacciare niente e fare pipì ovunque. Sconvolta.

“È tutto.”
Francesca.

sabato 5 aprile 2008

Pulire le scarpe

Avete presente i film spaghetti-western con musica di Morricone nei quali c’è sempre una scena col cattivo o potente personaggio di turno che si fa pulire gli stivali gallonati ed impolverati da un ragazzino biondo che si applica a fondo nel suo compito? O comunque film storici, dove bambini (abbastanza sudici, ma dediti al loro compito) lucidano scarpe di gente abbiente?

In effetti, da quando sono nata, non mi è mai capitato di osservare dal vivo questo tipo di lavoro. Dovevo venire a Shanghai per ritrovare ragazze, probabilmente scappate dalla campagna per far fortuna in città, che per strada si offrono di pulire le scarpe per pochi RMB. Tenete presente che 1RMB corrisponde circa a 10 centesimi di €.
Sedute sul marciapiede, avendo disposto su fogli di giornale tutti gli strumenti necessari con davanti una seggiola, aspettano pazienti i clienti con le dita nere per l’uso dei lucida-scarpe. E quando qualcuno si siede davanti a loro, si applicano con la stessa dedizione dei bambini dei film.

Sarà perché le ho viste sotto il cielo plumbeo di Shanghai, accovacciate sul sovrapassaggio della stazione metropolitana Yan’an Rd (e vi assicuro che è veramente sporco: zuppe rovesciate giorni addietro, cartacce e sputi vari), mentre cercavano di ripararsi da un vento impietoso, o forse per la loro giovane età, ma la scena mi ha fortemente colpito ed intristito.

“È tutto.”
Francesca

venerdì 4 aprile 2008

La tragedia nel passare dalla S alla XL

Nonostante abbia acquistato un fantastico stendino di plastica e non sono più costretta ad usare soluzioni alternative per far asciugare i panni (e nemmeno quelle cose assurde delle canne di bambù), oggi, rovistando nel cassetto, non ho trovato esemplari puliti di biancheria a disposizione, eccetto uno. Nell’immediato ho lavato tutti i panni sporchi accumulati nella settimana, ma la mia mente malata ha anche partorito l’idea di comprarne un po’. Tradotto: ho acquistato delle nuove mutande.

Mi reco in un enorme mega store (in Zhongshan Park) con nove piani di merce esposta, cerco il negozio adatto, ed entro. Devo dire che la merce venduta rispondeva pienamente ai miei gusti: mutande della nonna con stampe di pupazzetti, righe, colori pastello e tanto tanto rosa. Ma il dramma era dietro l’angolo.
Dopo aver scelto un paio di modelli che mi soddisfacevano, mi soffermo ad esaminare i dati sulle taglie. Ebbene si, sono costretta a comprare il modello XL; ma, a parte lo shock iniziale di sentirsi improvvisamente grassa, c’è pure il problema che i modelli che mi piacciono non ci sono nella mia “enorme taglia” e mi vedo costretta a ripiegare su degli esemplari basici. Che frustrazione.

“È tutto.”
Francesca

giovedì 3 aprile 2008

Second lesson

Oggi giornata intensa: mattina e pomeriggio lezione di computer. Reduce dalla catastrofe della famigerata “prima volta”, ho cercato di destreggiarmi tra mie insicurezze e loro incompetenze. Le aspettative, in particolare con la classe della mattina, sono alte…e lunedì cercherò di correggere le incompetenze avute col primo gruppo.
È che sono abituati a usare i programmi, ma tradotti in cinese: ritrovandosi tutte le finestre di dialogo in inglese, non si raccapezzano…quantomeno sono stata utile nell’insegnarli gli short cut.

Ora è meglio prepararsi bene alla prima lezione di carta modellismo; essendo studenti di primo livello non sanno l’inglese: spiegherò tutto in italiano e taglio la testa al toro…

“È tutto.”
Francesca