lunedì 31 marzo 2008

First lesson

Ebbene si, il famigerato giorno è arrivato. Entro in una classe semi vuota ma che già puzza (perché alle 7.50 del mattino quella è puzza) di zuppa. Cerco di mettere subito in chiaro che non è consentito mangiare o bere in classe: come parlare al vento.
Mi presento, gli dico qual è il programma e cosa impareranno al corso… scoprono subito che è la mia prima volta.

Iniziamo con due cose semplici semplici: word ed excel. Prima di iniziare a spiegare chiedo se già li sanno usare come programmi: ovviamente si, che domanda stupida faccio? Allora eccovi qualche spiegazione/esercizio per usarli meglio.
Tralasciando che continuano a mangiare e bere in classe, che usano il computer per andare su internet, proseguo con le spiegazioni. Ogni volta che finisco di spiegare, faccio ripetere l’esercizio…non sono malaccio, hanno assimilato l’utilizzo dell’indice per word e le funzioni per excel: bene.
Lezione finita, assegno i compiti a casa sulle cose spiegate, e resto a disposizione se ci sono domande da fare. Tragedia. Scopro che non sono nemmeno in grado di salvare un file. Ma se è così, perché mi hanno risposto di si alla prima domanda? Ma soprattutto, come potrò spiegare come usare illustrator se non sanno nemmeno salvare un file in word o creare una nuova cartella!? Che incubo.

“È tutto.”
Francesca

domenica 30 marzo 2008

Looking the sky with diamonds

Sicuramente Shanghai è una città molto inquinata (pollution everywhere): smog, inquinamento delle risorse idriche, inquinamento acustico e non ultimo inquinamento luminoso.

Avendo letto nella guida dell’inquinamento luminoso dovuto a tutti i nuovi palazzi che delimitano lo skyline della città, mi sono stupita quando, dopo il tramonto, mi sono ritrovata in una città buia…almeno, per i miei standard milanesi.
Le strade, la sera, sono poco illuminate: ci sono vere e proprie zone d’ombra. Eppure il cielo non è nero, ma di un insano colore grigio/giallastro: è impossibile anche vedere la luna. La spiegazione è semplice. Nonostante ci siano poche luci ad illuminare le strade, la luce generata dai nuovi palazzi nel centro viene riflessa e diffusa da tutte le particelle di smog presenti nell’aria, impedendo di vedere al di là della nube di smog che avvolge la città. Paradossalmente è più luminoso il cielo delle strade.

“È tutto.”
Francesca

venerdì 28 marzo 2008

Am I a lecturer? Not yet…

Il mio vero terrore è ritrovarmi orde di ragazzini tra i 17 e i 19 anni (in pena fase “ormonaly yours”) a cui insegnare qualcosa che conosco a malapena…

Lunedì
Finalmente mi hanno detto quali sono i corsi che devo tenere. Ho solo 18ore di insegnamento e le altre per prepararmi a farlo.
Il mio più grande incubo si è realizzato: devo insegnare drafting (cartamodelli). Fortuna che è il primo livello e che ho circa due settimane (un po’ meno in realtà) per studiare la materia. Penso che l’unico vantaggio sia che finalmente imparerò carta modellismo, altro che poli.
L’altro corso che devo tenere, invece, consiste in lezioni base di photoshop ed illustrator (almeno so di cosa si parla). Quello che mi ha fatto veramente ridere è che devo pure fare una lezione sull’utilizzo di powerpoint; insomma, tutti lo sanno usare! (vero mamma/papà?).
Cmq, gli altri insegnanti (visto il panico generale della mia persona, ed il terrore inciso nei mie occhi), presi da pietà, si sono dimostrati molto volenterosi nell’insegnarmi come insegnare: e non è un gioco di parole!

Martedì
Dopo il panico di ieri, la disponibilità dimostratami da Alexandra (portoghese) e Dipli (Sud Africa) nella giornata di oggi, mi hanno rassicurata. Inoltre, studiando quello che devo insegnare come drafting…ottimismo: (forse) me la posso cavare. Alexandra mi ha spiegato a grandi linee come tiene lezione, ho dato una veloce controllata a tutte le lezioni che devo fare, e ora mi accingo a creare il mio primo cartamodello, perché, come mi ha detto Dipli, è meglio andare in classe col cartamodello già fatto.

Mercoledì
Oggi ho fatto il mio primo cartamodello…non me la cavo così male e (forse) riuscirò a imbrogliare gli studenti sulle mie reali capacità.
Oltre a documentarmi riguardo alle lezioni che dovrò tenere, mi sono documentata sul comportamento che devo avere nei confronti degli altri insegnanti e nei confronti degli studenti. Inoltre ci sono un sacco di regole che gli studenti devono rispettare; spero vivamente che già le sappiano, altrimenti perderei almeno tre ore nel ricordargliele.
Inoltre Dipli mi ha fornito alcune basilari notizie su come mi devo comportare alla mia prima lezione. Anzitutto io sono l’insegnate e loro gli studenti! Già questo primo punto mi suona oscuro. Devo essere rilassata, perché io conosco la materia. Ecco, anche su questo punto avrei qualche appunto da fare… no way, Dipli ha continuato a spiegare ed io a prendere appunti.

Giovedì
Mi hanno cambiato il piano d’insegnamento: ho una lezione in più di computer. Per fortuna non è di drafting. Mi hanno spiegato bene che cosa devo insegnare a computer, anche perché, fino ad ora, mi ero interessata solo nel prepararmi per cartamodello. Alexandra mi ha fatto vedere i lavori finali degli studenti del primo livello di taglio/cucito: sono veramente bravi.
Finalmente ho anche una scrivania tutta mia. In questo modo ho potuto organizzarmi e sistemare tutto il materiale che ho nei vari cassetti (che mi sono dovuta pulire da sola, perché qui la pulizia non è a standard accettabili). Ora che sono più tranquilla a livello logistico, magari riesco a organizzarmi meglio con la realizzazione dei miei cartamodelli.

Venerdì
Oggi è stata la giornata all’insegna dell’operosità: ho fatto il modello base, ed il primo modello che devono sviluppare gli studenti…Alexandra mi ha detto che noi dobbiamo solo spiegare come fare, il vero problema è che (prima di poter spiegare qualsiasi cosa) devo capire come funziona, e quindi mi sono applicata come una studentessa un po’ rugosa e con svariati problemi di senilità a fare i primi esercizi. Nel fine settimana conto di andare avanti, ma in scala 1:2, che è più pratico di 1:1.
Ho anche pianificato le lezioni e i compiti per i miei sventurati studentelli di illustrator e photoshp: non sanno che cosa gli aspetta; ma cercherò di essere magnanima…
Posso dire che mi sento abbastanza pronta, ma non esageriamo con l’ottimismo.

“È tutto.”
Francesca

giovedì 27 marzo 2008

Mercato tessile

Dopo una settimana di permanenza in città, è proprio giunto il momento di girare, almeno, non perdere nessuna occasione che mi viene offerta dai colleghi per andare in giro.

Quindi con Josè ed Alexandra sono andata al mercato tessile. Come costatato nel tragitto dall’aeroporto all’albergo, il traffico qui è il vero problema, ma, facendo più attenzione, ci si rende conto che la maggior parte delle persone ha una bicicletta per andare in giro, e che le auto (in rapporto alle persone) sono veramente poche. Inoltre ho potuto osservare la differenza tra tutti i nuovi grattacieli che caratterizzano lo skyline della città in rapporto ai quartieri più poveri. Insomma, è una città piena di attività e che si vuole sviluppare a ritmi incredibili, ma la velocità (a volte) non ti fa pensare troppo a quello che ti lasci alle spalle ed ai problemi che uno sviluppo fagocitante lascia. Insomma, il divario tra persone ricche e persone povere è alto, ed anche qui, nonostante le molteplici attività, ci sono persone che chiedono l’elemosina. Non molte, è vero, ma ci sono.

Il mercato tessile è qualcosa di sbalorditivo: quattro piani di negozi che vendono solo tessuti, passamanerie, bottoni…e, se si vuole, ti confezionano abiti su misura. I tessuti è meglio toccarli con mano, per capire se sono veramente fibre naturali o artificiali, e si deve sempre contrattare sul prezzo: si può sempre ottenere un prezzo più basso di quello che ti hanno detto.
Sicuramente, quando sarò un po’ più pratica, ritornerò al mercato per farmi confezionare un abito cinese: sono troppo belli.

“È tutto”.
Francesca.

mercoledì 26 marzo 2008

Procacciamo cibo italiano

Ormai è da sabato che abito nel mio cute appartamentino, ho girato la zona, esplorato i supermercati, ma non c’è niente da fare: niente cibo italiano. Così, ricevendo preziose dritte dal mio piccolo aiutante, mi dirigo sicura verso il carrefour (a due fermate di metro da casa mia) nella speranza di trovare cibo buono. Non ne posso più di tutti questi strani intrugli che mischiano il tutto, anche perché io sono una “divisionista” del cibo, come saprete.
Per alcuni versi questa esplorazione in una zona limitrofa ha dato buoni risultati: ho acqua potabile (S.Benedetto), pasta di grano duro (De Cecco, la mia preferita), verdure, pelati per fare i sughi, alcuni aromi fondamentali, olio (veramente indecente!); per altri è stato un disastro: ho comprato la pasta, ma non ho trovato il sale; comprare due bottiglie di acqua non è stata proprio una genialata, perché avevano un certo peso che si è fatto sentire nel tragitto…e soprattutto, ora sto’ mangiando una pasta non salata. Ebbene, è un’esperienza assolutamente da evitare!

“È tutto.”
Francesca

martedì 25 marzo 2008

Eppure non sono ancora un oggetto.

Oggi, oltre alle preoccupazioni che mi da il carta modellismo, sono andata a fare vari controlli medici: la scuola si vuole assicurare che sia in perfetta salute, per non infettare i ricchi studenti paganti dell’istituto.

Sono andata all’ospedale (gentilmente accompagnata da una ragazza cinese che si occupa di assistere i deficienti come me che non sanno la lingua locale), e, prima di iniziare il vero e proprio check-up, mi hanno fatto compilare un modulo chiedendomi se ero malata o meno e quali malattie avevo…insomma, lo stai controllando se sono malata, a che serve che lo compili? Mistero.
Il tutto è stato abbastanza rapido, quasi non mi sono accorta di quando ho iniziato e quando ho finito; forse era anche per carenza di zuccheri, visto che l’esame è iniziato alle 14 e non mangiavo dalle 8 del mattino! Comunque, mi hanno fatto togliere la parte superiore dei vestiti, dato una camiciola per coprire le nudità, e spedita di stanza in stanza a farmi controllare da dottori diversi. Prima i raggi X, poi il prelievo del sangue, successivamente controllo vista (che deve essere andato malino) per essere spedita in un’altra stanza dove mi hanno misurato pressione e controllato lo stomaco e la colonna vertebrale, poi l’elettrocardiogramma ed infine il controllo del respiro e una rapida ecografia ai polmoni. Fine. Ed ovviamente non ero l’unica.
Avete presente le catene di montaggio? Noi stranieri come oggetti da controllare prima della messa in vendita sul mercato del lavoro shanghaiese da efficienti medici che non parlano assolutamente inglese. Fantastico.

“È tutto”.
Francesca

domenica 23 marzo 2008

All’ IKEA.

Si sa che l’IKEA è sempre aperto (anche la domenica di Pasqua), così oggi mi sono attrezzata di cartina, dopo aver annotato le stazioni della metro che mi servivano, e sono andata a rifornirmi di piatti, bicchieri, posate, lenzuola,piumino…insomma, di tutte le cose per rendere abitabile l’appartamentino.

Il difficile è stato trovare la metro vicino casa; una volta arrivata lì è stato facile prendere il biglietto, la direzione giusta (al primo colpo) e scendere alla fermata dell’IKEA. Nonostante le indicazioni in inglese fossero ben nascoste.
Quello che mi ha lasciato sbalordita è che andare all’IKEA, qui, è una cosa da ricchi. Insomma, ritornando al mio cute appartamentino carica di due borsoni, ho fatto proprio la figura della spendacciona (nonostante la mia innata tirchieria mi abbia fatto scegliere sempre le cose meno costose). Ma ora posso vantarmi di avere un set di posate e di piatti.
A dir la verità ho cercato anche uno stendibiancheria all’occidentale, ma non l’ho trovato. Perché sicuramente non riuscirò mai ad adattarmi al loro modo di stendere. Allora, anzitutto stendono fuori, ma con l’inquinamento che c’è (un sacco di polvere ed un perenne odore di fritto) , tanto vale non lavare se poi devi stendere fuori. Inoltre stendono su lunghissime stecche di bambù, fissate alla finestra…che mollette servono per non far cadere i panni stesi quando c’è vento? È un modo veramente assurdo: voglio uno stendino!!!

“È tutto”
Francesca

sabato 22 marzo 2008

Traslochiamo nell’appartamentino.

Oggi (sabato 22 Marzo) ho traslocato dall’albergo, a dire il vero un po’ zozzo, nel mio cute appartamentino.
Ora sto’ aggiornando il blog dalla mia nuova abitazione, sorseggiando una tazza di tè verde (l’acqua qui è veramente imbevibile, anche se cerchi di alterarle il sapore con infusi e zucchero a profusione) ed osservando dalla finestra la giornata uggiosa.

Anticipo che l’appartamento e l’albergo sono a 10minuti a piedi l’uno dall’altro, perché per i primi tempi (anche per chi ha uno spiccato senso dell’orientamento come la sottoscritta :p) è meglio muoversi nella zona dell’istituto, previo perdersi miseramente in una città che è proprio un casino urbano (qui servivano i pianificatori all’urbanistica, altro che i designer!) ed essere costretti a chiamare Lily chiedendo “Where I’m?”.
Quindi ho organizzato il trasloco senza l’utilizzo del taxi (anche perché non so il nome in cinese né della via dell’hotel, né quella del mio appartamentino), trasportando prima la valigia piccola (con dentro tutti i libri e le scarpe) e lo zaino del computer, e successivamente la valigia grande. Il tutto è stato abbastanza rapito, tanto che per le 9.30 avevo già fatto tutto, la vera fatica è stata portare le valige all’appartamento: 5piano senza ascensore.
Comunque ora mi sono installata (domani conto di terminare le pulizie, perché se continua a piovere il pavimento non asciuga affatto), ho svuotato le valige, fatto un ricognizione approfondita della zona, preso le cose di prima necessità.

“È tutto”
Francesca.

Il vero problema è il traffico unito alla fretta.

Nonostante fossi rincoglionita dal viaggio, quello di cui ti accorgi subito è il caos delle strade. Auto che viaggiano a zig-zag, camioncini senza targa che ti vengono addosso strombazzando, piste ciclabili (ebbene sì, a Shanghai sono pieni di piste ciclabili) invase da motorini o taxi e biciclette che viaggiano sui marciapiedi…a questo punto mi pare scontato precisare che i pedoni stanno per strada.
I semafori esistono, ma nessuno controlla di che colore siano: insomma, un gran guazzabuglio di carrozzerie e corpi umani.

Se non fosse bastato il viaggio a rincoglionirmi, la lontananza da casa a intristirmi, il traffico a terrorizzarmi, appena arrivata in albergo ho avuto appena il tempo di farmi una doccia (nel senso che mi stavo asciugando quando il telefono ha squillato) che Lily era nella hall ad aspettarmi per portarmi all’istituto. Alla fine della giornata (ore 19 locale, fatevi voi il conto delle ore che mi sono fatta da sveglia) avevo al mio attivo: un conto corrente nella banca cinese; una sim cinese (con relativo numero 15000864870: provare per credere); il contratto per il mio appartamentino.
Penso che come prima giornata a Shanghai sia stata più che proficua.

“È tutto.”
Francesca.

venerdì 21 marzo 2008

Passaggi di volo

Diciamo che il viaggio è iniziato con il supplemento da pagare (460€!) perché avevo due colli e ne era consentito solo uno (e non faccio commenti sull’agenzia che non mi aveva detto di questo piccolo particolare). Il volo tra Milano e Francoforte era pieno di Giapponesi (che ovviamente non parlavano inglese) ed io ero incastrata in questa scolaresca che tornava a casa.
La permanenza a Francoforte è stata decisamente più piacevole che sul volo: tra duty ed ascolti di pod-cast il tempo è passato abbastanza. La vera tragedia è che mi sono resa conto di non sapere l’inglese: Lily Li (il mio contatto a Shanghai), non ci metterà molto ad accorgersene e rispedirmi a Milano. Ma questa volta i bagagli li invio con DHL! ^_^

Certo che io (alla veneranda età di 26anni) mi faccio problemi per questo viaggio, ma qui ci sono ragazze e ragazzi (cinesi, ma anche di altre nazioni) non incartapecoriti come me che viaggiano da soli. Faccio proprio parte degli italiani mammoni; e questa opportunità che mi è capitata per caso è il modo migliore per svegliarsi e sottrarsi al giogo di mamma Fausta. (x mamma: lo pensi anche tu, vero?)
Il volo tra Francoforte e Shanghai è stato disastroso: anzitutto era seduta vicino al finestrino, e per potermi alzare ed andare in bagno dovevo disturbare un omino che dormiva sempre, poi alla prima volta che ci hanno dato il cibo io ero in bagno, ed ho corso il serio rischio di non venir nutrita…la cosa positiva è che ho visto il film “enchanted” (Stefano apprezzerà di sicuro).

Atterrata all’aeroporto (in ritardo) faccio una coda assurda per il visto e ci metto un po’ per prendere il bagaglio (che non è stato perso!): quindi l’autista che mi era venuto a prendere aveva già contattato Lily per dire che non c’ero, la quale, presa dal panico, mi ha scritto una mail…ora: mandarmi una mail…insomma, non ho a disposizione internet, secondo te ti rispondo!?!? Tralasciamo. Alla fine becco l’omino e arrivo in hotel…manco il tempo di finire la doccia che mi chiama Lily per portarmi all’istituto. Ma questa ve la posto domani, ora ho troppo sonno…

“È tutto”.
Francesca.

mercoledì 19 marzo 2008

Arrivederci Milano, ciao, le nubi sono già più in là…

Domani parto. L’incubo valige me lo sono lasciato alle spalle solo pochi minuti fa. È scandaloso che non possa portare con me tutti i miei fantastici calzini: che tristezza. Spero vivamente che in Cina siano forniti di calzini a righe e mutande giocattolose, altrimenti fuggo subito.
È l’ultima notte a Milano, e in valigia non ho potuto mettere manco i miei pigiami preferiti: mi chiedo proprio come farò a sopravvivere…fortuna che i prodottini corpo li ho con me!

Ora mamma fausta procede col controllare quello che porto in valigia: biglietto, passaporto, chiavi di casa (che –franamente- non so quanto mi possano servire in questi due anni in Cina), soldi…ma è mai possibile?! Che mamma!

Diciamo che mi aspetta una due giorni di volo Lufthansa, con uscita al gate 10 dell’aeroporto di Shanghai ed un simpatico omino (e spero proprio che ci sia!) per portarmi in albergo. Speriamo vada tutto bene. ^_^

È tutto.

Francesca

giovedì 13 marzo 2008

Stress crescente

Ormai manca una settimana, e poi si decolla…la mamma continua a dire che non dovevo andare; io ho crisi di pianto perché mi mancheranno tutte le persone con le quali ho approfondito una conoscenza in questi 26anni di vita tra Milano ed il pecorarese; papà è orgoglioso di sbarazzarsi di me in modo del tutto pulito (leggi: senza spargimenti di sangue).

Ormai è diventato stressante anche comprare delle semplici valige da viaggio. Calcoli numerici sul peso/volume/litri e funzionalità nel trasportarle all’aeroporto (per poi prenderne una nella quale ci potrei viaggiare comodamente dentro)…discussioni se portare o meno il piumino per la notte; discussioni sul bagaglio a mano (non esiste mettere in valigia il portatile!)…insomma: sempre discussioni! A volte non vedo l’ora di essere già partita…ma poi mi rendo conto che lì non potrei discutere con nessuno, perché sarei sola…sola! Che incubo!

È tutto,

Francesca

martedì 11 marzo 2008

prova

È noto che parto per Shanghai a breve, e che (probabilmente) ci starò 2anni (se tutto va bene). Inutile ripetersi. È iniziato il count-down e tutto lo stress che ne deriva lievita a vista d’occhio (meglio della pasta delle pizze di Ignazio).
Ricapitolando alcuni passaggi utili, ma non fondamentali che mi servono per il viaggio:
Passaporto: check.
Volo andata e ritorno: check.
Questioni monetarie: check.
Visto turistico per Cina: may be.
Salute fisica: may be.
Salute mentale: not found.
Siamo ottimisti: almeno raggiungo un 50% pulito. Insomma, c’è gente messa peggio (tipo il mio sindaco preferito).

E diciamolo: questo primo post l’ho scritto solo per vedere se ero in grado di pubblicarlo.

“È tutto”.
Francesca.