sabato 31 gennaio 2009

Hangzhou







Nonostante la giornata fosse uggiosa con un freddo pungente che ti penetrava nelle ossa, le bellezze del lago di Hangzhou riscaldano lo sguardo ed il cuore.

Certo, sarebbe stato meglio non andare con una coppietta di gay "vecchi", che fatti pochi passi si devono riposare da Starbuck o KFC, e sentirsi constantemente il terzo incomodo. Ma il posto è bastato "ad armonizzare il mio spirito interiore".
E devo ammettere che certe frecciatine ai miei compagni di viaggio non le ho risparmiate.

giovedì 29 gennaio 2009

Ultimi fuochi




Ora che il Capodanno Cinese è alle spalle posso trarre alcune conclusioni.

Anzitutto che il cibo non migliora sotto capodanno, ma la qualità della vita -almeno a Shanghai- si.
Essendo abituata a lottare per il mio spazio vitale sul marciapiede, e non dico nelle vie più affollate, ma semplicemente uscita di casa, ritrovarsi con la "popolazione decimata" infonde un senso di pace e tranquillità. Finalmente posso respirare; camminare senza essere urtata da altri pedoni o biciclette che transitano sul marciapiede.

In secondo luogo devo ammettere che per quanto concerne i giochi pirotecnici non hanno eguali. Putroppo non ho visto la famosa sfilata del Dragone, ma ammetto che non mi sono nemmeno informata su dove potesse essere.

Infine che studenti e translator si sono divertiti alle mie spalle enfattizzando all'inverosimile le notti sotto il capodanno dipingendo scenari da guerriglia, con rumori assordanti di botti che impedivano sonni tranquilli. Assolutamente falso. Vero è che per gente vecchia come Jun, se i fuochi proseguono fin dopo mezzanotte è troppo, ma lo spettacolo non ha eguali.

martedì 27 gennaio 2009

Capodanno in An Shun lu



I Cinesi, quando fanno qualcosa, la fanno in grande. E così, il capodanno, che in tutto il mondo è festeggiato per una notte soltanto, qui viene prolungato per tre giorni.

Dopo la vista di Shanghai ai miei piedi, la sera successiva ho optato per una più rilassante passeggiata per il quartiere con Jun. Conversando, bevendo e osservando gli spettacoli pirotecnici, nonostante lui li detesti in quando ormai "vecchio" e infastidito dal rumore dopo una certa ora.

Il brutto è stato il ritornare a casa e ritrovarmi senza elettricità. Per la terza volta da quando abito qui. Che incubo!
A perte la preoccupazione per i miei preziosissimi formaggi ed il ragù stipato nel frigo tristemente spento; il dover dormire in casa senza nemmeno AC, e con temperature esterne intorno allo zero (assoluto), è come andare incontro alla broncopolmonite a braccia aperte.
Per lo sconforto stavo quasi per piangere, ovviamente imprecando in italiano. Con Jun che rideva della mia reazione (spopositata, a parer suo), ma è stato comprensivo e mi ha ospitato a casa sua.

Ha il letto col materasso riscaldante (come il bove nel presepe con le mummie di Elio), tanto da sentirti un pezzo di carne in padella. Però è così conciliante al sonno.
Lo voglio pure io. Altro che spendere soldi in inutili pigiami di lana: compriamo il materasso riscaldante e cuociamoci la ciccia. Fantastico.

lunedì 26 gennaio 2009

L'anno del Bufalo - muuu!





Benvenuti nell'anno del bufalo! Gran lavoratore e risparmiatore...e magari in questi tempi di crisi mondiale ci voleva proprio.

Shanghai sembra un'altra città. Poca gente per strada; appena scende la sera fino all'alba, rumore assordante di scoppi, luci multicolori che graffiano la notte per poi sparire in pochi minuti; tanti pupazzi rossi e dorati a forma di bufalo; lanterne rosse agli ingressi delle abitazioni e l'mmancabile bandiera cinese.

Ieri sera, per festeggiare, ci si è diretti in Piazza del Popolo. Nel bar più alto per avere la città ai nostri piedi. Spettacolare.
Uno spettacolo che è durato tutta la notte. Per le strade deserte odore di polvere da sparo e nebbia. Pochi taxi costretti ad evitare i residui dei fuochi d'artificio. Addormentarsi con ancora il rumore in lontanzanza di alcuni petardi. Qui si che sanno come festeggiare l'anno nuovo.

lunedì 19 gennaio 2009

Uccisori di piante

Non ne bastava uno - Jeremy- che comprasse piante per ufficio ed appartamento senza poi prendersene cura.
Ogni mattina entrare in ufficio era un supplizio con tutte le piante che invocavano pietà con le loro foglie morenti e bisbigliavano: "per favore, acqua"; oppure: "datemi un vaso più grande"...cose così. Finchè, non sono morte tutte (almeno le più difficili da accudire), ed ora le sopravvissute possono trionfalmente sbeffeggiare il loro carnefice, Jeremy.

Come sopra scritto, non ne bastava uno. Se ne è aggiunto un'altro: Jun.
E visto che mi considerano una che di queste cose se ne intende, forse a causa di tutte le lavate di capo che ho fatto a Jeremy per via delle sue piante, qualche giorno fa ho accompagnato il secondo assassino, ignara del futuro fato delle povere pianticelle, al mercato dei fiori.

Insiziamo con l'ABC del prendersi cura di una pianta: vaso ed acqua quanto basta, non affogarla per piacere. La pianta più facile da accudire? Un bambù reciso. Necessita solo di un vaso abbastanza ampio per le radici e di poca acqua.
Ebbene, in 3 giorni -sottolineo 3giorni- il povero rametto di bambù era giallo come un limone e le foglie mosce.

Se si volesse dipingere il profilo dell'assassino queste sono le caratteristiche: sesso maschile; attitudini sessuali deviate; razza cinese, ma di Singapore; età compresa tra i 28-30anni; dedito alle sigarette ed all'alcol. In poche parole: un debosciato.
Dov'è finito il "Partito Comunista" che combatteva il decadimento borghese del cittadino?

venerdì 16 gennaio 2009

Cena aziendale

In Cina, patria del comunismo, non si festeggia il natale ma solo il capodanno. Che sarà a giorni. Ma proprio come in Italia ci sono le cene di Natale, qui ci sono le cene per capodanno.

Così ieri, tutti i dipendenti Raffles (lecturer, management, translator e ai), si sono recati alla cena aziendale per la celebrazione collettiva del capodanno cinese. Un'incubo.
Il ricordo dei pizzoccheri che permaneva sulle miei papille gustative è stato usurpato dal sapore della salsa di soia; il grasso del cotechino e lenticchie spazzato via dal gusto troppo piccante di un cetriolo terroso; la combinazione del peperoncino al cioccolato modicano sconfitto da pezzi di carne impanati nel sesamo e spacciati come dessert.
Ero nel settimo girone dell'inferno; e la cena era lo scotto da pagare per tutte le delizie gustate nella mia permanenza Italiana.
Quando mai Dante ha "filosofeggiato" sulla legge del contappasso.

Ma se non fosse stato sufficiente il cibo a generare sconforto in tutta la mia persona, arrivare al momento sbagliato e prendere posto al tavolo sbagliato (vicino a colleghi che non apprezzo più di tanto) ha incentivato questa sensazione. Me tapina.

Fortunatamente questo supplizio capita una volta sola all'anno.

domenica 11 gennaio 2009

...che altro rimpiango?

Potrà sembrare assurdo, ma in questi giorni l'oggetto - stranamente non è cibo - del quale sento di più la mancanza è il caminetto, nonostante papi tenti ogni volta di affumicare me e la mamma quando lo accende.

Perchè mi manca? anzitutto perchè qui fa un freddo cane - si raggiungono tranquillamente i sotto zero durante la notte - in secodno luogo perchè riscaldare un appartamento usando semplicemnte l'AC non è affatto funzionale...ecco, se proprio non posso far costruire un caminetto nel mio cute salottino (e come combustibile usare i compiti dei miei studentacci), fornitemi almeno un riscaldamento centralizzato.
Ho freddo!

Ora mi arrampico sul mio melograno e mi metto gridare: "datemi un calorifero funzionante".

domenica 4 gennaio 2009

Il cibo che rimpiango





Ora che sono nel mio cute appartamentino di AnShun lu, ho come unica fonte del buon cibo italico le foto e la memoria gustativa: che tristezza.