Dopo una settimana di permanenza in città, è proprio giunto il momento di girare, almeno, non perdere nessuna occasione che mi viene offerta dai colleghi per andare in giro.
Quindi con Josè ed Alexandra sono andata al mercato tessile. Come costatato nel tragitto dall’aeroporto all’albergo, il traffico qui è il vero problema, ma, facendo più attenzione, ci si rende conto che la maggior parte delle persone ha una bicicletta per andare in giro, e che le auto (in rapporto alle persone) sono veramente poche. Inoltre ho potuto osservare la differenza tra tutti i nuovi grattacieli che caratterizzano lo skyline della città in rapporto ai quartieri più poveri. Insomma, è una città piena di attività e che si vuole sviluppare a ritmi incredibili, ma la velocità (a volte) non ti fa pensare troppo a quello che ti lasci alle spalle ed ai problemi che uno sviluppo fagocitante lascia. Insomma, il divario tra persone ricche e persone povere è alto, ed anche qui, nonostante le molteplici attività, ci sono persone che chiedono l’elemosina. Non molte, è vero, ma ci sono.
Il mercato tessile è qualcosa di sbalorditivo: quattro piani di negozi che vendono solo tessuti, passamanerie, bottoni…e, se si vuole, ti confezionano abiti su misura. I tessuti è meglio toccarli con mano, per capire se sono veramente fibre naturali o artificiali, e si deve sempre contrattare sul prezzo: si può sempre ottenere un prezzo più basso di quello che ti hanno detto.
Sicuramente, quando sarò un po’ più pratica, ritornerò al mercato per farmi confezionare un abito cinese: sono troppo belli.
“È tutto”.
Francesca.
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