Consci del fatto di abbandonare Shanghai (e quindi tutte le comodità tipiche di questa metropoli occidentalizzata), al mattino presto siamo decollati per la città di Luoyang. Siamo atterrati e nevicava. In pieno spirito natalizio. L’unico.
Il primo giorno è passato con tre panda imbacuccati in cappotti, sciarpe e cappellini (tutti i bambini che incontravamo ci guardavano con occhietti interrogativi che si aprivano in un sorriso e la bocca che pronunciava le fatidiche lettere “hallo”) che vagavano per la città, pretendendo di esplorarla, alla (vana) ricerca di un locale caldo e confortevole dove rifugiarsi a sgranocchiare un po’ di bambù.
Frasi da ricordare: “Almeno parlassero inglese, così TU potresti chiedere informazioni”.
BabaConglin (爸爸丛林): In epoca Tang la regina delle peonie ne aveva selezionate 3000 varietà. Le generazioni successive ne hanno conservate “solo” 200 nel parco del re Chen. In veste invernale, abbiamo potuto apprezzarle solo nei dipinti. Regola di sopravvivenza: a Luoyang portate la forchetta anche se viene considerato un modo barbarico di nutrirsi.
25 Dicembre
Il nostro spirito di sopravvivenza e la nostra organizzazione, per non parlare delle innate doti comunicative nella lingua locale, ci hanno consentito di acquistare una cartina e studiare (nottetempo) i mezzi di trasporto pubblici. Questo ci ha portato, il giorno di Natale, alle grotte di Longmen(龙们石窟) molto prima di tutti i pulmini organizzati. I tre panda, portando incenso, acqua e sostanze nutritive mangiabili, hanno raggiunto la grotta col bus ottantuno, senza seguire nessuna stella cometa. La dea Guanin ha apprezzato il gesto; Budda, al solito, era indifferente e ridanciano.
Lungo il fiume Yi era po’ freddo e soffiava un vento siberiano. Ho sentito la mancanza del “bove riscaldante”.
BabaConglin (爸爸丛林): La mattina, nella capitale cinese dei trattori, una gentile taxista ci porta emozionata ad ammirare una gigantesca statua del grande timoniere. Pranzo “natalizio” in stile coreano. Alla ricerca di un caffe`, trovato finalmente in un “piano bar”. Frammiste alle musiche natalizie una deliziosa pianista ci suona “bella ciao”. Questo si` che è un Natale comunista.
Con la confidenza tipica dei panda, dopo i successi del giorno precedente, ci siamo spinti fino al tempio di Shaolin (少林寺) . Una giornata passata a vagare per foreste, fiumi ghiacciati, templi e studenti di gongfu. Nota particolare: il pranzo a base di riso, uova e soia gustato sotto lo sguardo compiaciuto del grande timoniere. I tre panda erano finalmente in armonia con i quattro elementi.
Frasi da ricordare: “Ma ti devi vedere con qualcuno?”
BabaConglin (爸爸丛林): Un miscredente professionista puo` sopportare di raggiungere per un giorno i luoghi sacri del buddismo. Attraversando peraltro il quartiere mussulmano della città mentre il muezzin “grida” la preghiera. Ma essere preso per la collottola da un frate e spinto a pregare quel pezzo di bronzo dorato è davvero troppo.
Come tutte le belle cose, anche le avventure dei tre panda doveva finire. Ma prima di prendere l’aereo verso Shanghai, è meglio ingraziarsi la benevolenza degli Dei accendendo incenso al tempio del cavallino bianco (白马寺). Non conoscendo le ritualità locali, abbiamo recitato la poesia della “cavallina storna” mentre accendevamo l’incenso, ma tra cavalli ci si capisce. Ora, infatti, siamo a Shanghai, dove abbiamo perso lo status di panda.
BabaConglin (爸爸丛林): non e` vero che i cinesi lavorano tanto. E` vero invece che lavorano in tanti. Ma i frati del cavallino bianco lavorano in tantissimi in pochi metri quadrati di giardino, in modo che quel che uno compie sia disfatto dall`altro.