La prima impressione sulla città è monumentale: strade enormi, palazzoni ancora più grandi che sovrastano strade a mille corsie per arrivare a piazza Tian’anmen. Enorme e blinda. Ma, soprattutto, clima strettamente autunnale. Ed essendo abituata a Shanghai dove si accende ancora AC, Beijing è particolarmente fredda.
Il nostro hotel era situato dietro l’enormità della piazza, però in un “hutong” (insieme di vicoletti che sono intorno alla città proibita) stretto, un po’ vecchiotto e con cibo cucinato sulle strade: forte contrasto. Il taxi non è riuscito nemmeno a portarci davanti all’hotel. E per rimanere in tema “serate brave dei lecturer”, i dintorni erano costellati di sexy shop.
Ma la città la conosci veramente solo la sera, quando ti stai appisolando sotto il piumone per contrastare il freddo che hai preso in piazza Tian’anmen, ed una guardia, che non parla nemmeno inglese, cerca di entrare nella tua stanza per farti un interrogatorio dettagliato nella hall. E questo perché hai un visto lavorativo.
Il nostro hotel era situato dietro l’enormità della piazza, però in un “hutong” (insieme di vicoletti che sono intorno alla città proibita) stretto, un po’ vecchiotto e con cibo cucinato sulle strade: forte contrasto. Il taxi non è riuscito nemmeno a portarci davanti all’hotel. E per rimanere in tema “serate brave dei lecturer”, i dintorni erano costellati di sexy shop.
Ma la città la conosci veramente solo la sera, quando ti stai appisolando sotto il piumone per contrastare il freddo che hai preso in piazza Tian’anmen, ed una guardia, che non parla nemmeno inglese, cerca di entrare nella tua stanza per farti un interrogatorio dettagliato nella hall. E questo perché hai un visto lavorativo.
1 commento:
E' il prezzo che si paga quando si è tirchi, si evitano le 5 stelle dove parlano inglese, e ci si infila negli hutong, a piedi, a sconvolgere la serena vita dei nativi
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