Finora non mi sono soffermata molto nel descrivere i diversi comportamenti (rispetto ad una fighetta milanese quale la sottoscritta) che caratterizzano gli abitanti di Shanghai, ma mi pare giunto il momento. Preciso che tutte le cose descritte sono successe oggi, mentre mi recavo da casa alla stazione della metro.
Uscita di casa, quasi mi scontro con una vecchietta intenta a scatarrare per terra; nell’allontanarmi per poco pesto la zampa di un cane (non sono tanti come a Milano) calzante calzino. Per la pioggia di ieri, ci sono parecchie pozze d’acqua, ma arrivare a coprire le zampe del proprio animale domestico con calze water-proof mi sembra un’abitudine parecchio malata (oltre che frustrante per la povera bestia: peggio dei vestitini del cagnolino di Paris Hilton!).
Mi accingo ad attraversare la strada, dopo essermi accertata di avere il verde per un tempo sufficiente (c’è il count down dei secondi per i pedoni), che un’auto mi sfiora! Insomma, è noto che qui i semafori non contano nulla, e che si deve seguire la massa: se sei isolato, sei spacciato. Dall’altra parte della strada devo schivare pedoni e secchiate d’acqua sporca lanciata sul selciato…
Dopo essere sopravvissuta a motorini e biciclette che sfrecciano sul marciapiede, arrivo al sovrapassaggio (pedonale grazie alle scale che sono l’unico accesso) della metro; ma il fatto più sconcertante doveva ancora verificarsi.
Mi trovo nel mezzo del sovrapassaggio pedonale, con una sopraelevata sopra la mia testa; una strada a scorrimento veloce sotto di me, e, a fianco, la metropolitana.
La giornata è primaverile, col sole che fa capolino dalle nubi, i fiori che sbocciano e i fringuelli che cinguettano. In questo clima ameno vedo una gioiosa famigliola: la bimba, con le guanciotte rosse e gli occhi vivaci, è accovacciata per terra per fare la pipì mentre i genitori la tengono per le manine paffute. Ed è normale! I bambini non usano i pannolini pampers, ma vestono dei pantaloni che consentono di essere aperti anche senza toglierli…insomma, utili per accovacciarsi per terra senza slacciare niente e fare pipì ovunque. Sconvolta.
“È tutto.”
Francesca.
Uscita di casa, quasi mi scontro con una vecchietta intenta a scatarrare per terra; nell’allontanarmi per poco pesto la zampa di un cane (non sono tanti come a Milano) calzante calzino. Per la pioggia di ieri, ci sono parecchie pozze d’acqua, ma arrivare a coprire le zampe del proprio animale domestico con calze water-proof mi sembra un’abitudine parecchio malata (oltre che frustrante per la povera bestia: peggio dei vestitini del cagnolino di Paris Hilton!).
Mi accingo ad attraversare la strada, dopo essermi accertata di avere il verde per un tempo sufficiente (c’è il count down dei secondi per i pedoni), che un’auto mi sfiora! Insomma, è noto che qui i semafori non contano nulla, e che si deve seguire la massa: se sei isolato, sei spacciato. Dall’altra parte della strada devo schivare pedoni e secchiate d’acqua sporca lanciata sul selciato…
Dopo essere sopravvissuta a motorini e biciclette che sfrecciano sul marciapiede, arrivo al sovrapassaggio (pedonale grazie alle scale che sono l’unico accesso) della metro; ma il fatto più sconcertante doveva ancora verificarsi.
Mi trovo nel mezzo del sovrapassaggio pedonale, con una sopraelevata sopra la mia testa; una strada a scorrimento veloce sotto di me, e, a fianco, la metropolitana.
La giornata è primaverile, col sole che fa capolino dalle nubi, i fiori che sbocciano e i fringuelli che cinguettano. In questo clima ameno vedo una gioiosa famigliola: la bimba, con le guanciotte rosse e gli occhi vivaci, è accovacciata per terra per fare la pipì mentre i genitori la tengono per le manine paffute. Ed è normale! I bambini non usano i pannolini pampers, ma vestono dei pantaloni che consentono di essere aperti anche senza toglierli…insomma, utili per accovacciarsi per terra senza slacciare niente e fare pipì ovunque. Sconvolta.
“È tutto.”
Francesca.
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