Ogni Shanghainese degno di questo nome usa la bici per andare ovunque: al lavoro; a fare la spesa; a bere con gli amici (non troppo, altrimenti chi pedala al ritorno?); al cinema; a fare la manicure; ovunque, appunto.
Essendo io Shanghainese per adozione, questa mattina sono andata al Calleful con la mia bicicletta. Dentro al supermercato mi attardo ad osservare le delizie locali (come le torte di fagioli rossi o le zampette di gallina in salsa di soia), e i prodotti per la casa che qui sono tutti giocattolosi in stile Alessi anni '90.
Esco felice per il mio eroismo da consumatore moderno e mi imbatto in una pioggia scosciante. La mia bici è lì, che provocatoriamente ammicca e mi sprona. Non sia mai lasciare una bici lontano da casa. Inoltre un taxi, libero, in una giornata di pioggia non lo si trova (la famosa "legge di Murphy"). Come una stoica Shanghainese pedalo verso casa, incurante dei miei abiti zuppi.
Arrivata a casa, la nonnina del primo piano mi vede e mi soccorre, tenendomi aperta la porta principale. Dal suo sguardo divertito intuisco che mi ritiene una c******a totale.
Nel tempo che impiego a salire le scale e strizzarmi tutta, smette di piovere.
Colgo l'occasione per recarmi al mercato delle verdurine. Questa volta niente bici, ma ombrello al seguito. Infatti ricomincia a piovere. Ma questa volta sono io a ridere: apro l'ombrello. Caso vuole che sia bucato: è mai possibile? Arrivo a casa nuovamente bagnata, ma meno che la prima volta.
Questa città mi detesta: è evidente.
Essendo io Shanghainese per adozione, questa mattina sono andata al Calleful con la mia bicicletta. Dentro al supermercato mi attardo ad osservare le delizie locali (come le torte di fagioli rossi o le zampette di gallina in salsa di soia), e i prodotti per la casa che qui sono tutti giocattolosi in stile Alessi anni '90.
Esco felice per il mio eroismo da consumatore moderno e mi imbatto in una pioggia scosciante. La mia bici è lì, che provocatoriamente ammicca e mi sprona. Non sia mai lasciare una bici lontano da casa. Inoltre un taxi, libero, in una giornata di pioggia non lo si trova (la famosa "legge di Murphy"). Come una stoica Shanghainese pedalo verso casa, incurante dei miei abiti zuppi.
Arrivata a casa, la nonnina del primo piano mi vede e mi soccorre, tenendomi aperta la porta principale. Dal suo sguardo divertito intuisco che mi ritiene una c******a totale.
Nel tempo che impiego a salire le scale e strizzarmi tutta, smette di piovere.
Colgo l'occasione per recarmi al mercato delle verdurine. Questa volta niente bici, ma ombrello al seguito. Infatti ricomincia a piovere. Ma questa volta sono io a ridere: apro l'ombrello. Caso vuole che sia bucato: è mai possibile? Arrivo a casa nuovamente bagnata, ma meno che la prima volta.
Questa città mi detesta: è evidente.
4 commenti:
La pioggia a Shanghai è di casa. I cittadini previdenti hanno la matellina se ciclisti, l'ombrello adeguato se pedoni
ma io sono stoica...spartana... reckless
Le donne bagnate possono essere due cose.
1) versione pulcino bagnato: fanno talmente tenerezza che tutto ciò che ti ispirano è avvolgerle all'istante in una coperta a scacchi e offrirle del tè caldo coi biscotti.
2) versione wet t-shirt: capelli incollati al viso con aria selvaggia e abiti che ti dipingono il corpo come un drappeggio liquido. Ispirano altro.
non c'è anche la versione "mostro di Lochness appena uscito dal lago con alghe verdi addosso"? mi sa che ero più simile a quest'immagine...
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