venerdì 16 maggio 2008

Pacco



Finalmente è arrivato il pacco che mi hanno mandato i miei genitori: alcuni libri (così posso andare al parco a pendere il sole e leggere); il golfino che mamma mi ha fatto con tanto amore in solo 2anni (solo che ora ci sono tipo 30° di giorno); i dadi (vegetariani e di carne) per farmi tanto-tanto buon risotto!

Andare a recuperare il pacco è stata, letteralmente, un’impresa. Sono andata nella posta vicino a scuola, dove, in cinese, mi hanno spiegato che non era in quella posta che dovevo prendere il pacco, ma in quella centrale. Mi forniscono indirizzo, che mostro al taxista. Entro nella posta centrale; e abbastanza sicura di me mi dirigo verso uno sportello fornito di bilancia per pesare i pacchi.
Prima il dipendente mi scruta come se fossi un’extraterrestre: andiamo, sono solo una straniera in una posta! Poi mi dice (ovviamente in cinese) che non è lì che devo ritirare il pacco. Vedendo la mia faccia sconvolta e semi disperata, mi accompagna nel retro della posta centrale, una specie di parcheggio per biciclette e stanzette sporche con postini intenti a mangiare (alle 17.00). In una di quelle stanzette mi fanno vedere un pacco, ridotto in condizioni pietose, delle poste italiane; ma prima di darmelo mi richiedono il passaporto e la firma. Terminate le pratiche burocratiche sono entrata in possesso del prezioso bottino, anche se malconcio, che stringo con bramosia tra le braccia mentre torno a casa.

“È tutto”
Francesca

2 commenti:

Anonimo ha detto...

da dove si evidenzia la necessità di imparare il cinese mandarino. Ma come la mettiamo se alle poste parlano solo shanghainese?

laFra ha detto...

...e questi si che sono problemi...