lunedì 28 febbraio 2011

Clubbing in Shanghai

Today (argh!!!) I'm going back to Chinese class.
I'm masochist, no doubt about it.

So last week-end I enjoy my social life (do I have one?) going clubbing, Friday and Sunday night as well. For a nun like me it's a miracle.

Friday at BR there was "little Italy party": free pizza and italian music (on the Bund - Shanghia - China). I was jumping like a frog on "l'italiano medio". At the end I was sticky and scary.

Sunday horny guys bring me to dance at Zapata's, where (as they assumed) there suppose to be a lot of Chinese and Russian (hot) girls. For the record: I didn't queuing when I went to the washroom. Such a place! Old (and fat) man looking for girls that are clubbing somewhere else.

Sunday I was in coma, but happy.
Now I'm afraid to meet my laoshi.

That's all.
Ophelia.

mercoledì 23 febbraio 2011

ne-tiger




Ieri sono stata tutto il pomeriggio, con annessa cena aziendale, persso l'atelier di alta moda ne-tiger.

Producono haute couture per il mercato cinese e il loro brand ha come core business la produzione di abiti da cerimonia con una particolare cura per i ricami in seta. Stupendi.
Essere presente in quell'ufficio stile dove avviene anche la prototipazione e produzione e' stata un'esperienza indimenticabile.

Laboratori del genere mi fanno apprezzare la scelta fatta durante i miei studi universitari.

lunedì 14 febbraio 2011

Women pride

Questa mattina, dopo tanto tempo, mi sono sentita orgogliosa di essere una donna italiana.
Grazie a tutte le donne in piazza.
Grazie mamma.

piazza castello, Milano
manifestazione a Roma contro Silviolo

"Oggi le donne dell'Italia si sono unite contro l'uomo che l'Italia rappresenta in nome di tutti per lavoro, per grado e ruolo. Si sono date appuntamento in piazza perché hanno figli e figlie che non vogliono far crescere con valori che non hanno scelto per loro stesse."

giovedì 10 febbraio 2011

Test

Come far passare il tempo in ufficio?
Facendo test psicologici (per ritardati) atti al pubblico ludibrio.
Di seguito quello di questo pomeriggio.

Prendete le tre forme geometriche principali (triangolo, cerchio e quadrato) ed usandone dieci disegnate una figura umana. Il genere e' a vostra scelta.
A seconda delle forme che userete, avrete la vostra personalità divisa in: adulto; bimbo; indole sessuale.

Al 60% sono una bimba, mentre altri (insospettabili) hanno raggiunto un 70% in perversione.
Meglio non fare nomi.

martedì 8 febbraio 2011

Tokyo: conclusioni.





Come direbbe un mio conoscente, li' si che sono civilizzati. Inchini di testa a profusione; arigato' che volano per l'aria; file rispettate, come i sensi di marcia…a volte ci si chiede se tutto questo rispetto delle regole, questa gentilezza affettata, non li faccia impazzire.
C'e' una contraddizione di fondo: sono gentili perché' devono. Tra loro e gli altri pongono sempre una barriera per evitare ogni contatto, brandendo iPad o manga come scudo difensivo verso gli altri.



Fin dal secolo scorso il Giappone si e' aperto verso ciò che era occidentale, con un picco nell'assimilazione della cultura europea verso gli anni '70-'80. Oggigiorno, visto che parte della popolazione e' sovrappeso, nei parchi pubblici molti praticano jogging; altri consumano caffè da sturbacks, molto americani. Quello che si vede qui e' una elaborazione e giapponizzazione delle abitudini occidentali. Così' come e' successo con la cultura cinese ed il buddismo, arrivati in Giappone durante il 7secolo.

Questa città mi ha fatto riscoprire il significato della parola senza-tetto: dove ci sono molte luci, non possono mancare le ombre.



Di Tokyo ho apprezzato la combinazione di stili e mode: e' normale che due amiche camminino per strada, scherzando, una in kimono, l'altra da principessina della Disney. La creatività nel costruire edifici. L'ordine e la pulizia.
Ma non e' una città dove riuscirei a vivere. Sembra uscita da una confezione della play-mobile.

lunedì 7 febbraio 2011

Tokyo: 6 Febbraio 2011.





Se sabato equivale a shopping; domenica si va al tempio di ASAKUSA, anche per propiziarsi il volo di ritorno.
Anche qui l'intrattenimento, durante il periodo EDO questa zona era di residenza ed attività di molte geishe, non manca. Bancarelle; sushi bar; muscolosi ragazzi in tenuta nera che scorrazzano studentesse sul risciò.
L'incenso bruciato al tempio ed una sacerdotessa a praticare riti propiziatori, funzionano da eccitanti, facendo vedere il mondo più bello. Anche l'edificio progettato da Philippe Stark sull'altra sponda del fiume.

Tokyo: 5 Febbraio 2011.






Sabato: giornata dedicata allo shopping.
Dopo un salto a TAKESHITA DORI dove ho acquistato un perfetto costume da ghotloli, mi sono diretta decisa verso OMOTESANDO dove ho immortalato i negozi di Miyake (Pleat), Yamamoto (come des garçonne), e Miuccia (Prada). Infine, sempre in spirito d'acquisti, sono approdata a GINZA, il tempio pagano del consumismo: fatevi tentare da MIKIMOTO.
Certo, dedicare solo una giornata allo shopping non e' una buona tattica politica se si e' bramine corte. Meglio dirigersi al museo del'ADV. Solo trovarlo e' un'impresa; ma la cartellonistica risalente al periodo EDO e tutta l'iconografia dagli inizi del 20secolo con relativa oggettivistica del periodo e manga, hanno ripagato la mia fatica (ed ansia) mentre lo cercavo intorno alla stazione di SHIMBASHI.

Tokyo: 4 Febbraio 2011.





Per fare la persona di un certo spessore culturale, ci si dirige al parco di UENO. Musei ovunque; templi che spuntano dall'acqua; ciliegi in fiore, se fosse la stagione. Va bene fare i dotti, ma restando sempre un po' alternativi: l'opzione e' il museo d'arte dell'università' del design ed arte. Chiuso. Apre il 6 Febbraio, quando torno a Shanghai. Quindi mi subisco il museo nazionale, e scopro che le varie perversioni dei Giapponesi risalgono all'era EDO (16 - 17 secolo).
Sono in zona, facci un salto ad AMEYOKO dove vendono un sacco di prodotti americani made in china. Interessante l'olezzo di pesce ed alghe essiccate che si sente per il mercato.

Cercando un po' di animazione tipicamente nipponica, mi dirigo ad AKIHABARA per vedere (e fotografare) tanti otaku. A parte le cameriere di qualche locale a tema, o ragazze-adv, non c'e' nessuno (nessuno!) vestito da gothloli o himegal oppure da center gay. Per riprendermi da questa delusione e' sufficiente che mi rifugi all'anime center.
Si conclude in bellezza a SHIBUYA dove un gentile ragazzo, senza essere stato interpellato, mi fornisce indicazioni grazie al suo iPhone. Peccato mi parli in giapponese ed io, a parte inclinare la testa e dire 'arigato', non so fare.

Per cena, rifuggendo come la peste i sushi bar, mi e' capitato, come ieri sera, di finire in un locale con camerieri cinesi e riuscire (finalmente) a comunicare con loro nella loro lingua madre.

Tokyo: 3 Febbraio 2011.






Si comincia con la classica visita al giardino imperiale (il palazzo e' off limits); si procede col museo Bridgestone (dove sono presenti più pezzi occidentali che orientali); si scala la Tokyo Tower (immortalando il panorama e la medesima); e si conclude in bellezza con un salto a NAKANO BROADWAY dove vendono un sacco di manga. Pareti, scaffali, tavoli, vetrine, tutto e' ricoperto da manga. Un paradiso.

Ora che sono entrata in possesso di una piantina della metro, mi seno resa conto che e' piuttosto semplice (tranne perdersi nei punti di interscambio che funzionano molto meglio di 1h di palestra, viste le distanze) pero' acquistare un biglietto da un punto X ad un punto Y e' decisamente più' facile a Shanghai. Perché non progettano tenendo conto che l'utente finale e' dump? risolvere il tutto con un biglietto commutativo può essere geniale, se lo stesso non si smagnetizzasse…

Tokyo: 2 Febbraio 2011.




Venendo da una città come Shanghai, e' normale, atterrando a Tokyo, fare un'approssimativo confronto tra queste due metropoli asiatiche.
✓ Alcuni caratteri usati in Cina sono proposti anche qui, ma pronunciati e con significati altri. Restando sempre sui caratteri, quelli cinesi hanno un font, per così dire, ARIAL; mentre quelli giapponesi sono più COMICS SANS.
✓ La lingua parlata, senza tutti quei SH, TZ, e CH suona più dolce e musicale.
✓ I mezzi pubblici sono efficienti, ma più incasinati nelle stazioni di interscambio e senza sufficiente informazione in inglese. Dagli speaker, ad ogni fermata, una voce sensuale maschile informa su dove si e' e con che linee e' possibile prendere alla successiva fermata. Prevalentemente in Giapponese. A questo punto preferisco la vocina stridula di Shanghai, ma in doppia lingua, sempre.
✓ Guidano a sinistra, pero' il traffico (pedoni, bici, mezzi motorizzati) e' in armonia con se stesso: non si rischia una collisione ad ogni battito cardiaco.
✓ Nella maggior parte dei luoghi pubblici, strade comprese, e' vietato fumare. E nessuno, non essendoci cestini, getta a terra qualcosa. Una città pulita. Perfino gli autobus profumano.
Consiglio: se siete germo-fobici o fumo-fobici venite ad abitare qui.

Essendo in vicinanza del posto dove alloggio (una stanza NINJIA: 2m x 1m x 1.90m con futon sul quale dormire e basta), la prima tappa e' stata SHINJUKU. Il quartiere a luci rosse. Ci sono un sacco di alberghi ad ore per le coppiette; luoghi di strip (non solo per maschietti); la scena gay-lesbo di Tokyo; insomma, tante cose interessanti. E qui ho potuto constatare che quello che leggevo sui manga e' vero: le studentesse portano la gonna a pieghe fino al ginocchio (o più provocanti), hanno i calzini fin sotto il ginocchio ed i mocassini in cuoio.