Alla fine di AnShun Lu, near by my home –come direbebro qui a Shanghai- c’è un parchetto proprio grazioso con fontanelle, laghetti e paperelle. Insomma, ho trovato un angolo di verde nel quale rilassarmi leggendo un libro in mezzo alla metropoli.
Mi ero sistemata comodamente su un sasso vicino all’acqua all’ombra di un salice piangente, totalmente assorta nella lettura, quando vengo bruscamente interrotta da voci e persone che praticamente mi stanno usurpando il posto.
Essendo Shanghai enorme, ed avendo una popolazione numericamente spropositata, è normale che in un quartiere ci siano almeno una cinquantina di matrimoni diversi durante il week-end; è altrettanto normale che gli sposini vogliano commemorare il felice girono con foto ricordo immerse nel verde piuttosto che nello smog; quello che non è normale è che come location per il servizio debbano proprio usare il posto dove io ho scelto di leggere.
Abbandonata la lettura, mi sono persa nella contemplazione di queste povere coppiette bistrattate dai fotografi che le mettono nelle pose più assurde; vestite per la cerimonia con strati e strati di tessuto, ideali per il caldo umidiccio del pomeriggio shanghainese; mutate nei lineamenti del viso da pennellate di make-up che si deve sistemare ad ogni momento perché col caldo si suda e quindi il rimmel cola.
E la cosa assurda è che tutte queste giovani coppie si prestano a questa tortura, e sono pure felici di pagarla.
“È tutto”
Francesca