Dopo una notte ed una mattina di pulman, da Siem Reap si raggiunge la citta' di Saigon, o Ho Chi Minh.
Il viaggio, nonostante le strade non propriamente asfaltate o fornite di qualsivoglia tipo di segnaletica, il mezzo, che presentava perdite di gas, il cambio di pulman alle due di notte in uno spiazzo melmoso, non ha presentato disguidi. Il vero disagio era la pioggia a Saigon: a volte una leggera pioggerellina impalpabile, altre volte veri e propri goccioloni che con violenza tentavano di penetrarti la pelle.
Impresioni? Questa citta' non e' rimasta nel mio cuore. E' caotica; ci sono scooter pronti ad investirti appena metti un piede inconsapevole sulla strada; e gli abitanti non sono friendly.
Inoltre iniziare a conoscere il luogo partendo col museo della guarra, dove vengono presentate tutte le atrocita' perpetrate dal governo Americano da quando il Vietnam ha cessato di essere colonia Francese fino all'apece del 1975, infonde una desolazione e tristezza che ti accompagna per tutto il tempo che resti in questa citta' e ti ritrovi, passeggiando lungo il fiume, davanti all'hotel Majestic.
1 commento:
Difficile per chi le ha subite dimenticare le atrocità degli americani. Più facile per chi le ha commmesse; tanto che le hanno ripetute in Iraq, Afganistan e Serbia. Ma assieme a noi italiani questa volta.
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