giovedì 14 maggio 2009

Ristrettezze mentali.

Cena tra amici: stranieri, cinesi di provincia e cinesi di città.

L'interesse per la sessualità dei miei studentacci da parte dei presenti era palpabile: la domanda non poteva che essere più diretta: ci sono gay tra i tuoi studenti?
E la mia risposta non poteva essere più franca. Si.

Colpa della provenienza provinciale? Colpa della cultura imposta da Mao? Colpa dell'omofobia? Non so dare una risposta, ma sicuramente c'è una parte di tutto questo nella reazione di uno dei presenti: negazione. In Cina i gay non esistono; e se i miei studenti pensano di esserlo (perché ovviamente non lo sono) è per colpa dell'ambiente che frequentano.
Per essere trendy si atteggiano a gay; per apparire speciali si truccano e calzano tacchi a spillo; per fare qualcosa di inusuale baciano un loro amico piuttosto che una ragazza. Ma non sono assolutamente gay.

Ero sconcertata. Forse perché so che qui a Shanghai ci sono almeno una decina di locali dedicati solamente ai gay.
Ho preferito non replicare e lasciarlo nell'illusione che qui, in Cina, i pochi gay che ci sono non appartengono alla razza han. Questi stranieri degenerati che irretiscono i locali.

5 commenti:

maris ha detto...

fanyi please! lol.

laFra ha detto...

cannot...

Francesco ha detto...

Come dici nel titolo, è un problema di ignoranza. La diversità è ricchezza, l'omologazione impoverimento. Sia che si tratti di tendenze sessuali, artistiche o religiose. Chi voleva tutti gli uomini Ariani, chi li vuole solo Padani (o solo Han)ha grossi problemi.

andrea ha detto...

e si è vero..anche a Pecorara nn esistono gay!

laFra ha detto...

ma come no? dai...nn dirne più